Graves·R (1955) • I miti greci

I miti greci


di Robert Graves

Sommario ••› (scheda)
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••› Presentazione di Umberto Albini [pp. v-ix]
• Nota bio-bibliografica [p. x]
••› Introduzione [pp. 3-16]

••› 1. Il mito pelasgico della creazione [pp. 21-23]
••› 2. Il mito omerico e orfico della creazione [pp. 24-25]
••› 3. Il mito olimpico della creazione [pp. 25-26]
••› 4. Due miti filosofici della creazione [pp. 27-28]
••› 5. Le cinque età dell’uomo [pp. 28-30]
••› 6. L’evirazione di Urano [pp. 30-31]
••› 7. Crono detronizzato [pp. 32-36]
••› 8. La nascita di Atena [pp. 36-37]
••› 9. Zeus e Meti [pp. 37-39]
••› 10. Le Moire [pp. 39-40]
••› 11. La nascita di Afrodite [pp. 40-41]
••› 12. Era e i suoi figli [pp. 41-44]
••› 13. Zeus ed Era [pp. 44-46]
••› 14. Nascita di Ermete, Apollo, Artemide e Dioniso [pp. 46-48]
••› 15. Nascita di Eros [pp. 48-49]
••› 16. Carattere e imprese di Posidone [pp. 49-53]
••› 17. Carattere e imprese di Ermete [pp. 53-57]
••› 18. Carattere e imprese di Afrodite [pp. 57-63]
••› 19. Carattere e imprese di Ares [pp. 63-64]
••› 20. Carattere e imprese di Estia [pp. 64-65]
••› 21. Carattere e imprese di Apollo [pp. 65-72]
••› 22. Carattere e imprese di Artemide [pp. 72-75]
••› 23. Carattere e imprese di Efesto [pp. 76-77]
••› 24. Carattere e imprese di Demetra [pp. 77-84]
••› 25. Carattere e imprese di Atena [pp. 84-89]
••› 26. Carattere e imprese di Pan [pp. 89-91]
••› 27. Carattere e imprese di Dioniso [pp. 91-98]
••› 28. Orfeo [pp. 99-102]
••› 29. Ganimede [pp. 102-104]
••› 30. Zagreo [pp. 105-106]
••› 31. Gli dèi dell’Oltretomba [pp. 106-111]
••› 32. Tiche e Nemesi [pp. 111-112]
••› 33. I figli del mare [pp. 112-115]
••› 34. I figli di Echidna [pp. 115-116]
••› 35. La rivolta dei giganti [pp. 116-118]
••› 36. Tifone [pp. 119-121]
••› 37. Gli Aloidi [pp. 121-123]
••› 38. Il diluvio di Deucalione [pp. 123-127]
••› 39. Atlante e Prometeo [pp. 127-133]
••› 40. Eos [pp. 133-135]
••› 41. Orione [pp. 135-138]
••› 42. Elio [pp. 138-141]
••› 43. I figli di Elleno [pp. 141-145]
••› 44. Ione [pp. 145-146]
••› 45. Alcione e Ceice [pp. 146-148]
••› 46. Tereo [pp. 148-150]
••› 47. Eretteo ed Eumolpo [pp. 150-152]
••› 48. Borea [pp. 152-154]
••› 49. Alope [pp. 154-155]
••› 50. Asclepio [pp. 155-159]
••› 51. Gli oracoli [pp. 159-163]
••› 52. L’alfabeto [pp. 164-166]
••› 53. I Dattili [pp. 166-168]
••› 54. Le Telchine [pp. 169-170]
••› 55. Le Empuse [p. 170]
••› 56. Io [pp. 170-173]
••› 57. Foroneo [pp. 173-174]
••› 58. Europa e Cadmo [pp. 174-177]
••› 59. Cadmo e Armonia [pp. 177-178]
••› 60. Belo e le Danaidi [pp. 179-184]
••› 61. Lamia [p. 184]
••› 62. Leda [pp. 184-186]
••› 63. Issione [pp. 186-188]
••› 64. Endimione [pp. 188-189]
••› 65. Pigmalione e Galatea [pp. 189-190]
••› 66. Eaco [pp. 190-194]
••› 67. Sisifo [pp. 194-198]
••› 68. Salmoneo e Tiro [pp. 198-200]
••› 69. Alcesti [pp. 200-202]
••› 70. Atamante [pp. 202-207]
••› 71. Le cavalle di Glauco [pp. 208-209]
••› 72. Melampo [pp. 209-213]
••› 73. Perseo [pp. 213-221]
••› 74. I gemelli rivali [pp. 221-227]
••› 75. Bellerofonte [pp. 227-230]
••› 76. Antiope [pp. 231-233]
••› 77. Niobe [pp. 233-234]
••› 78. Cenide e Ceneo [pp. 235-236]
••› 79. Erigone [pp. 236-237]
••› 80. Il cinghiale calidonio [pp. 237-242]
••› 81. Telamone e Peleo [pp. 242-249]
••› 82. Aristeo [pp. 249-254]
••› 83. Mida [pp. 254-258]
••› 84. Cleobi e Bitone [pp. 258-259]
••› 85. Narciso [pp. 259-261]
••› 86. Fillide e Caria [pp. 261-262]
••› 87. Arione [pp. 262-264]
••› 88. Minosse e i suoi fratelli [pp. 264-270]
••› 89. Gli amori di Minosse [pp. 270-275]
••› 90. I figli di Pasifae [pp. 275-279]
••› 91. Scilla e Niso [pp. 279-282]
••› 92. Dedalo e Talo [pp. 282-289]
••› 93. Catreo e Altemene [pp. 289-291]
••› 94. I figli di Pandione [pp. 291-293]
••› 95. La nascita di Teseo [pp. 293-297]
••› 96. Le fatiche di Teseo [pp. 297-302]
••› 97. Teseo e Medea [pp. 302-306]
••› 98. Teseo a Creta [pp. 306-318]
••› 99. La federalizzazione dell’Attica [pp. 318-321]
••› 100. Teseo e le Amazzoni [pp. 321-324]
••› 101. Fedra e Ippolito [pp. 324-328]
••› 102. Lapiti e Centauri [pp. 328-330]
••› 103. Teseo nel Tartaro [pp. 331-334]
••› 104. La morte di Teseo [pp. 334-338]
••› 105. Edipo [pp. 338-344]
••› 106. I sette contro Tebe [pp. 344-349]
••› 107. Gli Epigoni [pp. 349-353]
••› 108. Tantalo [pp. 353-359]
••› 109. Pelope ed Enomao [pp. 359-367]
••› 110. I figli di Pelope [pp. 367-370]
••› 111. Atreo e Tieste [pp. 370-377]
••› 112. Agamennone e Clitennestra [pp. 378-383]
••› 113. La vendetta di Oreste [pp. 383-390]
••› 114. Il processo di Oreste [pp. 390-396]
••› 115. Le Erinni placate [pp. 396-399]
••› 116. Ifigenia in Tauride [pp. 399-405]
••› 117. Il regno di Oreste [pp. 405-409]
••› 118. La nascita di Eracle [pp. 409-415]
••› 119. La giovinezza di Eracle [pp. 415-420]
••› 120. Le figlie di Tespio [pp. 420-421]
••› 121. Ergino [pp. 422-424]
••› 122. La pazzia di Eracle [pp. 424-427]
••› 123. La prima Fatica: il leone Nemeo [pp. 428-431]
••› 124. La seconda Fatica: l’idra di Lerna [pp. 431-434]
••› 125. La terza Fatica: la cerva di Cerinea [pp. 434-436]
••› 126. La quarta Fatica: il cinghiale Erimanzio [pp. 436-439]
••› 127. La quinta Fatica: le stalle di Augia [pp. 439-442]
••› 128. La sesta Fatica: gli uccelli Stinfali [pp. 442-444]
••› 129. La settima Fatica: il toro cretese [pp. 444-445]
••› 130. L’ottava Fatica: le cavalle di Diomede [pp. 445-447]
••› 131. La nona Fatica: la cintura di Ippolita [pp. 447-454]
••› 132. La decima Fatica: il bestiame di Gerione [pp. 455-466]
••› 133. L’undicesima Fatica: i pomi delle Esperidi [pp. 466-474]
••› 134. La dodicesima Fatica: la cattura di Cerbero [pp. 474-479]
••› 135. La morte di Ifito [pp. 479-483]
••› 136. Onfale [pp. 483-488]
••› 137. Esione [pp. 488-495]
••› 138. La conquista dell’Elide [pp. 495-502]
••› 139. La conquista di Pilo [pp. 502-505]
••› 140. I figli di Ippocoonte [pp. 505-506]
••› 141. Auge [pp. 506-510]
••› 142. Deianira [pp. 510-515]
••› 143. Eracle a Trachine [pp. 515-518]
••› 144. Iole [pp. 518-519]
••› 145. L’apoteosi di Eracle [pp. 519-525]
••› 146. I figli di Eracle [pp. 526-530]
••› 147. Lino [pp. 530-533]
••› 148. La riunione degli Argonauti [pp. 533-541]
••› 149. Le donne di Lemno e il re Cizico [pp. 541-544]
••› 150. Ila, Amico e Fineo [pp. 545-549]
••› 151. Dalle Simplegadi alla Colchide [pp. 549-553]
••› 152. La conquista del Vello [pp. 553-557]
••› 153. La morte di Apsirto [pp. 557-560]
••› 154. L’«Argo» ritorna in Grecia [pp. 560-566]
••› 155. La morte di Pelia [pp. 566-569]
••› 156. Medea a Efira [pp. 569-572]
••› 157. Medea in esilio [pp. 572-574]
••› 158. La fondazione di Troia [pp. 574-583]
••› 159. Paride ed Elena [pp. 583-592]
••› 160. La prima riunione in Aulide [pp. 592-604]
••› 161. La seconda riunione in Aulide [pp. 604-609]
••› 162. Nove anni di guerra [pp. 609-619]
••› 163. L’ira di Achille [pp. 619-627]
••› 164. La morte di Achille [pp. 627-635]
••› 165. La pazzia di Aiace [pp. 635-639]
••› 166. Gli oracoli di Troia [pp. 639-644]
••› 167. Il cavallo di legno [pp. 644-649]
••› 168. Il sacco di Troia [pp. 649-659]
••› 169. I ritorni [pp. 659-667]
••› 170. Le peregrinazioni di Odisseo [pp. 667-681]
••› 171. Il ritorno di Odisseo [pp. 681-688]

• Indice dei nomi [pp. 691-717]
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2ª di copertina (risvolto)


Prima della scienza, prima della religione, c’è il mito. Modo ingenuo — ci dicono —, modo fantasioso, spregiudicato e prescientifico, di spiegare l’origine delle cose e degli uomini, gli usi i costumi e le leggi. Filologia, etnografia, antropologia hanno lacerato il velo del mito, evidenziandone le radici ideologiche, il retroterra di superstizione e di magia. Ma i miti, così dissezionati, ci vengono restituiti alla stregua di freddi reperti anatomici, buoni tuttalpiù per qualche museo. Robert Graves è riuscito a rianimare questa materia ormai inerte, restituendocela con tutto il suo splendore, il suo ‹sense of wonder› e (anche) ‹of humour›. ‹I miti greci›, pur senza dover invidiare nulla ad altre raccolte analoghe condotte sulla scorta della filologia e dell’erudizione, ha un pregio fondamentale: i centosettantuno capitoli che lo compongono si snodano con la sveltezza e col brio di ‹un racconto› ben scritto, di una rievocazione partecipe e disincantata al tempo stesso, di un mondo incantato e incantevole. Nessuna retorica, nessun manierismo: le gesta degli dèi e degli eroi, che di per sé tendono all’epico, sono costantemente ricondotte alla nostra misura umana, immerse come sono nella quotidianità (sia pure dell’antica Grecia). Così Zeus, Era, Afrodite, Eracle compiono non solo prodigi e grandi imprese, ma sono afflitti da acciacchi, perseguitati dalla sfortuna, schiattano di rabbia, si concedono scappatelle e hanno le paturnie. E tutto senza «smitizzare» i miti, ma — al contrario — con la preoccupazione di salvaguardarne, assieme alla sostanza, anche il sapore, con uno stile e un piglio che debbono più alla grande lezione del ‹Ramo d’oro› di Frazer che al forse necessario ma anche triste lavoro di scavo di un Freud, di uno Jung, di un Kerényi…

In copertina›: «Giove e Teti» (1811) di Jean-Auguste-Dominique Ingres, Aix-en-Provence, Museo Granet

Grafica Studio Baroni

Questo volume appartiene alla collezione »IL CAMMEO« 197


3ª di copertina (risvolto)


Robert Graves (1895-1985) è autore di oltre 130 opere tra romanzi, saggi critici, raccolte di poesia, riadattamenti. Dopo aver insegnato letteratura inglese, ha vissuto per più di mezzo secolo a Majorca, dove ha scritto i suoi libri di maggior successo. Fra le sue opere sono state tradotte in italiano: ‹Io Claudio› (1935), ‹Il divo Claudio e sua moglie Messalina› (1936), ‹Sette giorni fra mill’anni› (1954), ‹La figlia di Omero› (1956), ‹Una goccia di veleno› (1959), ‹La dea bianca› (1962), e — con R. Patai — ‹I miti ebraici› (1969).


Nota bio-bibliografica (a p. x)


Nato nel 1895 a Londra, studiò al Saint John's College a Oxford, combatté in Francia nella prima guerra mondiale nel reggimento dei Fucilieri del Galles, fu ferito gravemente nei combattimenti sulla Somma. Sulle sue esperienze militari scrisse numerosi versi e sulla guerra un dissacrante libro nel 1929, ‹Addio a tutto questo›. Fu professore di letteratura inglese all'università del Cairo nel 1926; si ritirò, dal 1927, a scrivere a Majorca: lasciò l'isola (nella quale si è spento nel 1986) solo negli anni dal 1961 al 1966 per insegnare poetica a Oxford e saltuariamente per conferenze in università americane: nella Lockwood Memorial Library di Buffalo (New York) è allestita una mostra permanente di oltre cento suoi libri e manoscritti. A Graves, uomo dalle molteplici conoscenze e curiosità, si devono più di 130 opere tra romanzi, saggi critici, raccolte di poesie, riadattamenti (ha curato, ad esempio, nel 1933, una trascrizione spregiudicata del ‹David Copperfield› di Dickens). Le sue opere migliori nascono da una intelligente ed estrosa rivisitazione del passato: appartengono a questo filone i romanzi ‹Il divo Claudio e sua moglie Messalina› (1934), ‹Io, Claudio› (1934), ‹Belisario› (1938), ‹Jesus Rex› (1946, sulle origini del cristianesimo), ‹La storia di Marie Powell, moglie di Milton› (1943). Persino un'opera a metà tra fantascienza e utopia, ‹Sette giorni fra mill'anni› (1949), ambientata come percorso nel futuro in una Nuova Creta. Graves ha analizzato, in articoli e saggi, molti problemi: con particolare entusiasmo ha affrontato il tema dello stile, della tecnica dell'esprimersi, fin dai primi anni della sua attività letteraria: nel 1943 compose addirittura un manuale per gli scrittori di prosa inglese: ‹Il lettore è alle vostre spalle›. Artefice di versi di stampo classico, Graves ha sempre strenuamente difeso le ragioni della poesia in un'epoca dominata, a suo parere, dagli interessi economici e dai fanatismi politici: scrivere liriche (per le quali non gli sono mancati riconoscimenti nei paesi anglosassoni) egli lo considerò il suo più alto titolo di merito.

Di Graves sono state tradotte in italiano le seguenti opere:
  • Io, Claudio› [‹I, Claudius›, 1934], Bompiani, Milano, 1935, 1983²;
  • Il divo Claudio e sua moglie Messalina› [‹Claudius the God and His Wife Messalina›, 1934], Bompiani, Milano, 1936, 1984²;
  • La dea bianca› [‹The White Goddess›, 1948], Longanesi, Milano, 1962;
  • Sette giorni fra mill'anni› [‹Seven Days in New Crete›, 1949], Mondadori, Milano, 1954, 1976²;
  • Le isole senza saggezza› [‹The Islands of Unwisdom›, 1950], Mondadori, Milano, 1952;
  • I miti greci› [‹Greek Myths›, 1954], Longanesi, Milano, 1963, 1989⁵;
  • La figlia di Omero› [‹Homer's Daughter›, 1955], Longanesi, Milano, 1956;
  • Una goccia di veleno› [‹They Hanged My Saintly Billy›, 1957], Longanesi, Milano, 1959;
  • I poeti sono uomini› [trad. parziale di ‹Poems›, 1958], Guanda, Parma, 1964;
  • Jesus Rex› [idem, 1946], Bompiani, Milano, 1982, 1986²;

in collaborazione con Raphael Patai:
  • I miti ebraici› [‹Hebrew Myths›, 1963], Longanesi, Milano, 1969, 1980², TEA, Milano, 1988.


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ANNOTAZIONI E SPUNTI
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Ulteriori informazioni sull’autore, il cui nome completo è Robert von Ranke Graves, sono disponibili sulla pagina di wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Robert_Graves; in particolare, vi si può leggere:
Robert Graves, nome completo Robert von Ranke Graves (Wimbledon, 24 luglio 1895 – Deià, 7 dicembre 1985), è stato un poeta, saggista e romanziere britannico.
Artefice di versi di stampo classico, ha sempre strenuamente difeso le ragioni della poesia in un’epoca dominata, a suo parere, da interessi economici e fanatismi politici, considerando lo scrivere versi come l’opera più meritevole. È stato uno dei maggiori poeti e letterati inglesi del ventesimo secolo, nonché autore di saggi critici, romanzi, riadattamenti e opere di fantascienza.
Come esplicita poco oltre la stessa pagina di wikipedia, il nome completo è dovuto al fatto che fosse nato da padre irlandese e madre tedesca; le sue teorizzazioni sulle origini e sulle funzioni dei miti, che sviluppano alcune idee dell’antropologo e storico delle religioni James Frazer, sembrano piuttosto bizzarre, ma degne di interesse.

NOTA: a parte la presentazione di Umberto Albini, l’introduzione di Graves e l’Indice dei nomi in appendice, i capitoli sono tutti strutturati nella stessa identica maniera, descritta in dettaglio nella nota in calce all’introduzione (a p. 16); ne riportiamo il testo qui sotto per comodità di consultazione:
Ogni capitolo contiene un mito ed è composto di tre sezioni. Ciascun mito è dapprima narrato, e ogni paragrafo distinto da una lettera in corsivo nell’ordine alfabetico (a, b, c eccetera). Segue la lista delle fonti, numerate in base ai riferimenti indicati in ogni mito. Vengono infine i commenti esplicativi, divisi in paragrafi distinti da numeri progressivi in corsivo (1, 2, 3 eccetera). I riferimenti da un commento all’altro o da un commento a una parte di un dato mito sono indicati fra parentesi col numero del capitolo relativo, seguito dal numero in corsivo o dalla lettera in corsivo che distinguono l’episodio cui si vuol fare riferimento. Ad esempio: (43 4) rinvia al paragrafo 4 dei commenti esplicativi riguardanti il mito 43; (145 f) rinvia a paragrafo f del mito 145.
La stessa struttura è stata adottata anche per i capitoli de ‹I miti ebraici› (1963), scritto 8 anni dopo insieme a Raphael Patai, ma in quel volume curiosamente manca una simile nota esplicativa.

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[] Robert Graves (1955), ‹I miti greci›, Longanesi 1963-2011.
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