Ponchia·S (Gilgamesh) • Glossario

Glossario


Sommario ••› (scheda)
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◀•• Glossario [*] [pp. 149-164]
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Abzu: in accadico Apsu è il nome delle acque sotterranee, su cui secondo i Mesopotamici poggiava la superficie terrestre; esse alimentano fiumi, sorgenti e pozzi. È la dimora di Enki/Ea, il dio che, come l’acqua che si insinua a rendere fertile la terra, è capace di aggirare gli ostacoli con la sua fervida intelligenza.

Accad: la dinastia di Accad, che ha come fondatore Sargon (2334-2279 a.C.), conquista il controllo delle città sumeriche della Mesopotamia. Gli Accadi sono di stirpe e lingua semitica e in questo si differenziano dai Sumeri. La loro lingua è l’antenata, con poche differenze dialettali, del babilonese e dell’assiro che più tardi si parleranno rispettivamente nella regione meridionale e settentrionale della Mesopotamia. Le civiltà sumerica e accadica furono comunque strettamente connesse e gli Accadi trassero dai Sumeri molti motivi culturali e letterari. I sovrani di Accad sono considerati i creatori del primo impero universale della storia, in quanto riuscirono a controllare quasi tutto il territorio tra il Tigri e l’Eufrate, spingendosi anche in Siria, fino a Mari ed Ebla. La città di Accad, la capitale, non è ancora stata trovata. L’impero ebbe fine intorno al 2150 a.C. per le pressioni dei nomadi Amorrei dalla steppa e dei Gutei dalle montagne, che determinarono il ritorno all’indipendenza delle diverse città mesopotamiche.

Adapa: la tradizione babilonese lo considera uno dei sette saggi, uomini pesce che portarono la civilizzazione all’umanità primitiva uscendo dalle acque del mare.

Adad: v. Ishkur

Alalakh: due fasi di questa città, scavata negli anni ’30, hanno restituito documenti scritti, che permettono di ricostruirne la storia. La prima fase è contemporanea all’età di Hammurabi, quando Alalakh faceva parte del regno di Yamkhad con capitale Aleppo. La seconda fase è quella di Idrimi e dei suoi successori (1500-1400 a.C.), quando la città aveva un proprio sovrano, ma riconosceva il controllo khurrita. La città fu distrutta nel 1194 a.C. dai Popoli del Mare e abbandonata per sempre.
[vg·alalakh]• ±

Aleppo: la moderna città siriana di Aleppo sorge sullo stesso luogo di quella antica, o meglio sopra di essa, e non è quindi possibile compiere scavi archeologici. La storia antica della città è tuttavia nota da fonti scritte che risalgono innanzitutto al 1800-1700 a.C., quando Aleppo era la capitale del regno di Yamkhad e rivaleggiava con altre potenze come Mari e Babilonia. Come quest’ultima, Aleppo venne attaccata nel 1595 a.C. dagli Ittiti che posero fine al regno di Yamkhad. Poi la città entrò nella sfera di controllo dei Khurriti (1450 a.C.), e quindi divenne parte del regno ittita (1365 a.C.). Nell’800 a.C. fu conquistata dagli Assiri.

Amorrei: popolazioni nomadi semitiche che intorno al 2000 a.C. penetrarono in Mesopotamia, fondendosi, dopo un periodo di ostilità, con le popolazioni locali. Hammurabi di Babilonia (1792-1750 a.C.) li annovera tra i suoi antenati.

An: è il dio sumerico del cielo; in accadico è chiamato Anu. La parola ‹an› significa proprio “cielo” e il segno con cui è scritta si legge anche ‹dingir›, “dio”. An/Anu è il padre degli dei, sposo della dea Urash o Ki, la terra.
[vg·an]• ±

Anshan: la regione si trova a sud-est della Mesopotamia, e fu zona di antichissima urbanizzazione. Era attiva intorno al 3000 a.C. nel commercio di pietre dure che provenivano da oriente (come il lapislazzuli che viene dall’Afghanistan) e manufatti da esse ricavati.

Anshar e Kishar: i nomi di queste divinità primordiali sono composti rispettivamente con le radici di An, “cielo” e Ki, “terra”.

Antu: nella tradizione di Uruk è la sposa di Anu.

Anu: v. An

Anunnaki: in origine era il nome degli dei più antichi, gli dei primordiali, poi ha subito variazioni nell’estensione del suo significato, designando ora gli dei supremi, ora gli dei degli inferi, dato che gli dei primordiali erano connessi con le forze sotterranee della fertilità. Nel significato di dei supremi indica i sette dei: An, Enlil, Enki, Mami, Nanna, Utu, Inanna.
[vg·anunnaki]• ±?

Anzu: mostro alato da identificarsi forse con l’immagine dell’aquila dalla testa leonina nota dall’arte mesopotamica. In origine era forse personificazione di fenomeni atmosferici visto il riferimento alle tempeste che le sue ali potevano suscitare.

Apsu: v. Abzu

Arali: luogo noto solo dal mito, si tratta probabilmente di un gioco di parole, perché il termine è uno dei nomi dell’oltretomba.

Arallu: in accadico, “gli inferi”.

Aratta: la città, che è nota da questi testi letterari, ma non trova corrispondenze in altri tipi di documenti, doveva trovarsi sull’altopiano iranico, al di là della catena degli Zagros, che lo separa dalla Mesopotamia.

Aruru: uno dei nomi della dea madre.

Assur: antica capitale d’Assiria (che si chiamava ‹mat Assur›, “paese di Assur”), e nome del dio patrono della città e della nazione. La città di Assur sorgeva in riva al Tigri e fu abitata fin dal 2400 a.C. Verso il 1900-1750 a.C. i suoi mercanti si spingevano fino in Anatolia per esportarvi tessuti e acquistare rame. Assur fu distrutta, come Ninive, nel 612 a.C. dall’esercito di Medi e Babilonesi.

Aw-ilu: il nome di questo dio nasconde un gioco di parole, infatti in babilonese ‹awilum› significa “uomo”. Il nome comunque potrebbe anche essere letto in altri modi, perché i segni cuneiformi che lo compongono si prestano a diverse letture, ad es.: We-ilu, Pe-ilu, Geshtu-e. Si noti anche che la parola ‹ilum› significa “dio”.

Babilonia: la città divenne importante con la dinastia di Hammurabi. Questo re in particolare, che regnò tra il 1792 e il 1750 a.C., riuscì a conquistare tutta la Mesopotamia e fece di Babilonia anche un centro culturale importantissimo, in cui le opere più antiche venivano catalogate e ricopiate. Conosciamo la maggior parte delle opere sumeriche dalle copie fatte in quest’epoca. La dinastia di Hammurabi fini nel 1595 a.C. quando la città fu saccheggiata dagli Ittiti. Un altro periodo di grande splendore coincide con l’ultima fase della storia della Mesopotamia indipendente, soprattutto durante il regno di Nabucodonosor II (604-562 a.C.) che arricchì la città di monumenti i cui resti sono giunti fino a noi. È di quest’epoca la costruzione della grande ziqqurat, che ha dato origine alla leggenda della torre di Babele. Lo storico greco Erodoto ricorda altre due meraviglie dell’antichità: i giardini pensili e le mura. Nel 539 a.C. la città venne conquistata, o meglio consegnata dai cittadini babilonesi nelle mani di Ciro, il re persiano. La città continuò ad essere una metropoli importante ancora per parecchio tempo; fu qui che morì Alessandro il macedone. Cominciò poi a decadere fino ad essere abbandonata completamente. Gli scavi archeologici che l’hanno riportata alla luce sono iniziati nel 1899.
[vg·babilonia]• ~

Bad-tibira: città sumerica situata non lontano da Uruk.
[vg·badtibira]• ~

Barattarna: re di Mitanni (Khurriti) intorno al 1450. Sotto di lui il regno raggiunse la massima espansione, occupando tutta la regione siriana e l’alta Mesopotamia dalla costa del Mediterraneo fino all’Anatolia, all’ Armenia, agli Zagros e a Qadesh.

Belet-ili: epiteto della dea madre, significa “Signora degli dei”.

Belet-kullat-ilani: altro epiteto della dea madre: “Signora di tutti gli dei”.

Canaan: regione intorno al Giordano e al Mar Morto dove, prima dell’occupazione israelitica, esisteva una serie di regni locali.

Cubito: unità di misura che corrisponde a circa 50 cm.

Diluvio: il diluvio universale descritto nel poema sumerico di Ziusudra, nel poema accadico di Atra-khasis e nell’episodio di Ut-napishtim in Gilgamesh. Inoltre vi fanno riferimento altri poemi e inni e la ‹Lista dei re› di Sumer che divide l’elenco dei re e delle sedi che essi occuparono in due parti: quelli che regnarono prima del diluvio e quelli che regnarono dopo.

Dumuzi: è il dio pastore, ma su di lui circolavano molte storie. In sumerico è conservato il testo di una disputa in cui Dumuzi si confronta con Enkimdu, l’agricoltore, per ottenere la predilezione di Inanna, che alla fine sceglie proprio il pastore. Secondo altre storie Dumuzi è la forza vitale delle piante, in particolare della palma da dattero, che era molto importante in Mesopotamia. Il nome di Dumuzi compare anche nella ‹Lista dei re› di Sumer, una prima volta come re della città di Bad-tibira in epoca antidiluviana, poi, nel periodo che segue il diluvio, come re di Uruk, prima di Gilgamesh. Ciò ha fatto ipotizzare che Dumuzi fosse in origine un personaggio storico, non è comunque possibile stabilire se e come le storie raccolte in questo libro possano collegarsi alla figura di uno di questi re. In Mesopotamia venivano celebrati dei riti in occasione della scomparsa di Dumuzi sottoterra (che coincideva con l’inizio del periodo più torrido, nel mese di Dumuzi appunto, ossia luglio, che ancor oggi è chiamato, in ebraico per esempio, con il nome da esso derivato di Tammuz) e in occasione della sua ricomparsa, sei mesi dopo, quando le piogge autunnali avevano ridato vita alla vegetazione.

Ea: v. Enki

Eanna: il nome è composto di due parti: ‹e› “casa”, ‹ana› “del cielo”, è il tempio di Inanna a Uruk, ove sono state rinvenute le più antiche testimonianze della scrittura, databili intorno al 3100 a.C.

Ekur: tempio del dio Enlil a Nippur, il suo nome significa: ‹e› “casa”, ‹kur› “della montagna”, veniva considerato il legame tra la terra e il cielo.

Emar: città siriana sulle rive dell’Eufrate; era un porto importante collegato con la capitale Aleppo. Recentemente è stata costruita una diga sull’Eufrate che ha provocato la sommersione di Emar sotto le acque del bacino artificiale, non prima però che gli archeologi avessero il tempo di studiare il sito e di riportare alla luce reperti importanti tra cui molte tavolette d’argilla.

Enki: (in accadico ¦Ea¦) è il dio delle acque sotterranee, vivificatrici della terra. È anche il dio della sapienza, dell’astuzia, della magia e delle arti. Secondo una tradizione dalle acque dell’‹abzu›, la sua dimora, uscirono gli uomini-pesce a portare la civiltà tra gli uomini ancora selvaggi. Il suo santuario più importante era il tempio di E-abzu (“casa dell’abzu”) a Eridu.

Enlil: capo degli dei della seconda generazione e dio più importante insieme a Anu e Ea, con i quali si divide l’universo. Occupa la superficie della terra, dove il suo tempio si erge come legame tra cielo e mondo sotterraneo. La città a lui sacra è Nippur, santuario importantissimo sia per i Sumeri che per gli Accadi, e simbolo del potere regale, in quanto Enlil è il signore della terra.

Eresh: non si conosce l’esatta localizzazione di questa città. Alcuni studiosi ritengono che sia da identificare con il ‹tell› di Abu Salabikh, dove è stato rinvenuto uno dei più antichi archivi di testi cuneiformi.

Ereshkigal: il suo nome significa letteralmente: “Regina del grande sottoterra”.
[vg·ereshkigal]• ±?

Eridu: la città, che doveva trovarsi in prossimità della linea costiera del Golfo Persico, poi spostatasi per l’accumulo dei depositi fluviali, era considerata dai Sumeri la più antica (contando secondo loro circa 250.000 anni!). È stata rintracciata e riportata alla luce dagli archeologi nel sito di Abu Shahrain, dove effettivamente sono stati rinvenuti resti architettonici che risalgono a prima del 5500 a.C. Nel luogo è stata scoperta, tra l’altro, una serie di templi costruiti a partire dal 5000 sullo stesso luogo, in modo che il più antico si trova sotto a quelli più recenti. Esso risale agli inizi della città ed è costituito da una sola stanza, quelli successivi sono via via più grandi, fino a divenire, nel 2100-2000 a.C., un vero e proprio santuario che comprendeva anche una ‹ziqqurat›.
[vg·eridu]• ±?

Erragal: è uno dei nomi di Nergal, dio degli inferi. Era anche il dio della pestilenza e della distruzione col fuoco. Divenne forse Herakles in greco, o comunque fu con lui identificato in epoca più tarda.

Geshtinanna: sorella di Dumuzi e figlia della dea pecora Duttur. Fu anche considerata dea della steppa e, nel periodo di permanenza negli inferi, scriba di Ereshkigal.

Gilgamesh: nella ‹Lista dei re› sumerici è registrato come il quinto re della dinastia di Uruk post-diluviana e in un’iscrizione del 1900 a.C. si ricorda (come nel poema) che edificò le mura della città, segno che questa tradizione era già consolidata. In testi antichissimi del resto viene menzionato come giudice degli inferi e riceve offerte come una divinità. Alcuni studiosi moderni, sulla base dei documenti ritrovati, lo considerano un personaggio storico, vissuto probabilmente tra il 2700 e il 2500 a.C. e poi entrato nella leggenda, ma è impossibile verificare questa ipotesi. In ogni caso egli divenne il personaggio più importante della letteratura mesopotamica. Su di lui furono composti in età sumerica dei racconti indipendenti (ce ne sono pervenuti 5 e l’episodio di Khubaba riportato in questo libro è uno di essi), che comprendevano anche la discesa di Enkidu agli inferi e la morte di Gilgamesh. In accadico le avventure di Gilgamesh vennero armonizzate in un’unica trama il cui motivo centrale divenne la ricerca dell’immortalità.

Girru: il fuoco deificato.

Gizzida: divinità degli inferi.

Gur: unità di misura corrispondente a circa 300 litri.

Igigi: in origine gli dei della seconda generazione, poi identificati con gli dei del cielo capeggiati da Enlil.

Inanna: (in accadico Ishtar) è la dea dell’amore e della guerra, identificata inoltre con Venere, come stella del mattino e della sera. Secondo una tradizione è figlia del dio del cielo An, secondo un’altra di Nanna e sorella di Utu. Il suo favore è fondamentale per i sovrani o coloro che aspirano a diventarlo, ma la dea può anche ritirarlo improvvisamente e senza motivo causando cosi la rovina del suo protetto. Qualcosa di molto simile insomma a quello che noi chiamiamo fortuna. Era venerata in molte città della Mesopotamia con culti particolari, il centro più importante era il tempio di Eanna di Uruk.

Ishkur: è il dio delle tempeste, noto in accadico col nome di Adad.

Ishtar: v. Inanna

Ishullanu: il giardiniere noto dalla storia di Gilgamesh. In sumerico esiste un altro mito, con cui questo episodio è raffrontabile. In esso un altro giardiniere, Shukalletuda, vede Inanna addormentata nel palmeto e le usa violenza.

Isin: situata grosso modo al centro della pianura, la città divenne molto importante verso il 1900 a.C., quando riuscì ad imporre la sua egemonia su molte città mesopotamiche. Era famosa per i suoi medici e vi si venerava Gula, dea della medicina.

Ittiti: in Anatolia tra il 1650 e il 1600 a.C. si formò il potente regno antico-ittita che in breve tempo minacciò la regione siriana e mesopotamica (1595 a.C.: sacco di Babilonia). Contese a Egiziani e Khurriti il controllo della Siria. L’impero crollò intorno al 1200 a.C., un’epoca oscura in cui si affacciarono sull’orizzonte orientale i Popoli del Mare, che probabilmente però non furono da soli la causa della fine ittita. Si formarono in seguito alcuni stati, detti neo-ittiti, di piccola estensione che furono più tardi sottomessi dagli Assiri (intorno all’800 a.C.).

Kalatur: faceva parte del personale del tempio sumerico, dove recitava le lamentazioni rituali.

Kalkhu: fu per 150 anni capitale d’Assiria e vi furono eretti palazzi reali tra il 900 e il 700 a.C. Vi si trovavano anche archivi che hanno restituito tavolette iscritte. Gli scavi della città furono iniziati nel 1845 da H. Layard, uno dei pionieri dell’archeologia mesopotamica.

Kanish: si trova in Anatolia, divenne centro commerciale importante soprattutto nel periodo 1900-1750 a.C., quando i mercanti assiri vi fondarono i loro uffici commerciali, di cui è rimasta traccia in migliaia di tavolette.

Khabiru: nome dato ai fuoriusciti dalle città siriane del periodo 1600-1400 a.C. Poteva trattarsi di oppositori politici, ma più spesso si trattava di miserabili schiacciati dai debiti, che cercavano di sottrarsi alla schiavitù fuggendo nella steppa. Questo nome è stato messo in relazione con quello degli Ebrei, che potrebbero essere appartenuti in origine proprio a un tal gruppo di persone senza patria. L’ipotesi non ha trovato sicura conferma.
[vg·khabiru]• ±?

Khamazi: regione a est della Mesopotamia, sulle pendici degli Zagros, ancora non esattamente identificata.

Khikhi: montagna mitica.

Khubaba (varianti: Khuwawa, Khumbaba): guardiano della Foresta dei Cedri. La sua faccia veniva raffigurata con linee parallele dall’andamento sinuoso che ricordano le circonvoluzioni dell’intestino, ed era connessa con la divinazione, ossia con la tecnica di trarre auspici per il futuro dall’osservazione delle viscere degli animali. Veniva forse appesa ai muri delle case per i suoi poteri magici. L’episodio qui riportato è nella versione sumerica, quella posteriore accadica è infatti peggio conservata e di più difficile interpretazione.

Khurriti: popolazione presente nella parte settentrionale della Mesopotamia e nella Siria fin dal III millennio a.C., ma scarsamente documentata. Diedero vita al forte regno di Mitanni nel periodo 1600-1400 a.C. e si contesero con Ittiti e Egiziani il dominio della Siria.

Kish: situata nella parte nord di Sumer, è uno dei più antichi centri urbani, dove è stata inoltre trovata testimonianza della forma più arcaica di scrittura. Uno dei racconti sumerici di Gilgamesh racconta della lotta vittoriosa dell’eroe contro Agga re di Kish che voleva estendere il suo potere su Uruk.

Kullaba: la parte più antica della città di Uruk.

Kurgara: personaggi così designati appartenevano agli addetti al culto di Inanna e pare che partecipassero alle cerimonie in abiti femminili.

Lagash: antica città sumerica, famosa per il conflitto che la oppose fin dal 2500 a.C. alla vicina Umma, per il possesso della fertile pianura tra il Tigri e un ramo dell’Eufrate. La città fu infine sconfitta da Lugalzagesi di Umma.

Lugalbanda: nella ‹Lista dei re› di Sumer (un documento redatto probabilmente intorno al 1900 a.C., ma relativo alla storia precedente) si dice che regnò su Uruk per 1200 anni. Fu forse in effetti un antichissimo re o un personaggio importante, che venne in seguito deificato. Venne anche considerato sposo della dea Ninsun e padre di Gilgamesh (di cui la ‹Lista dei re› dice invece che non si conosce il padre). Lugalbanda può essere ritenuto il più antico personaggio letterario attestato, infatti è stato trovato un frammento con il suo nome che data intorno al 2600 a.C.
[vg·lugalbanda]• ±

Lugalzagesi: re di Umma che si impadronì di Uruk e divenne signore di Sumer, prima di essere sconfitto da Sargon. È noto, oltre che dai testi relativi a quest’ultimo re, dalle proprie iscrizioni e da documenti amministrativi.

Lulal: dio minore sumerico, che venne in periodo più tardo considerato come divinità protettrice dai poteri magici.
[vg·lulal]• ±?

Lullu: questo nome significa proprio “primo/antico uomo”, infatti si compone delle parole ‹lu›, “uomo” e ‹ulla›, “dei tempi antichi”.

Mami: è uno dei nomi della dea madre.

Magan: indica una regione al confine delle terre conosciute, probabilmente da identificarsi con l’odierno Oman.

Mannea: regno situato nella zona montuosa a sud del lago di Urmia, importante come fornitore di cavalli per l’esercito assiro.
[vg·mannea]• ±

Marduk: dio patrono di Babilonia, figlio di Ea. In origine un dio locale, divenne sempre più importante man mano che aumentava il prestigio della dinastia e della città di Babilonia dove veniva venerato nel santuario di Esagil. La sua statua fu trafugata dagli Ittiti nel 1595 a.C. e più tardi dagli Elamiti provenienti dalle montagne a est.

Mare inferiore: Golfo Persico.

Martu: zona steppica a occidente dell’alluvio mesopotamico, ove vivevano gruppi nomadici (in accadico Amurru).

Medi: popolazione iranica che fu tributaria dell’impero assiro. Nel 612 a.C. Ciassarre re dei Medi, alleato con i Babilonesi, conquistò Ninive e l’Assiria.

Mina: unità di peso di circa 500 g.

Muzazir: staterello situato a sud del lago d’Urmia, sede di un importante santuario del dio nazionale urarteo Khaldi.

Nanna: conosciuto a Sumer anche con i nomi di Suen o di Nanna-Suen, e in Babilonia col nome di Sin, è il dio luna. Secondo la mitologia sumerica è figlio di Enlil e Ninlil, suoi figli sono Utu e Inanna. Fu venerato soprattutto nella città di Ur, nel tempio di Ekishnugal.

Ningal: sposa di Nanna e madre di Utu e Inanna. Il suo nome significa “signora/dea grande”.

Ninkasi: dea che viene celebrata anche in inni sacri come colei che prepara la birra.

Ninmakh: “dea suprema”, altro epiteto della dea madre.

Ninsun: dea considerata moglie dell’eroe divinizzato Lugalbanda e madre di Gilgamesh.

Ninurta: dio guerriero, figlio di Enlil, venerato nel tempio di Eshumesha a Nippur. Di lui si conosce anche l’aspetto di dio dell’agricoltura.

Nippur: la città, fondata prima del 4000 a.C. e che fu abitata fino all’800 d.C., fu un importante centro religioso e sede di scuole scribali. Gli scavi hanno portato alla luce migliaia di tavolette con esercizi svolti dagli allievi. Tra questi figurano molte copie di testi letterari.

Nisaba: è la dea della scrittura e degli scribi, in origine patrona di Umma, poi di Eresh. Il segno con cui in età antica veniva scritto il suo nome è una spiga di grano. Probabilmente la dea cambiò quindi prerogative nel corso del tempo, ma conservò sempre anche il legame col mondo agricolo.

Nizir (o ¦Nimush¦): non è possibile individuare questa montagna, anche se sono state proposte delle identificazioni, come quella con il monte Pir Omar Gudrun, di ca. 3000 m., che si eleva a est di Kirkuk negli Zagros. Nella Bibbia si narra che l’arca di Noè si fermò sulla cima del monte Ararat.

Nusku: divinità associata col fuoco e la luce, venne considerato ora figlio, ora ministro di Enlil.

Parsuash: regione sull’altopiano iranico, il suo nome significa “terra di frontiera”.

Purushkhanda: regione dell’Anatolia centrale, non è stata identificata con precisione.

Rusa: re d’Urartu dal 719 al 713 a.C.

Sargon I (2334-2279 a.C.): il suo nome in accadico era Sharrum-kin, “Re vero/legittimo”, e ha probabilmente a che fare con la sua ascesa al trono, che pare tutt’altro che legittima. Estese il suo dominio alle città sumeriche meridionali, alla Mesopotamia centro settentrionale, alla Siria, con Mari ed Ebla, fino al mar Mediterraneo. Ebbe anche contatti con le regioni anatolica, iranica, le coste del Golfo Persico fino all’Indo.
[vg·sargon1]• ±

Sargon II: regnò sull’Assiria dal 721 al 705 a.C. Il suo nome, come quello del suo antico predecessore, denota che era forse un usurpatore, sebbene dovesse appartenere alla famiglia reale. Allargò i confini dell’impero assiro conquistando le città della Siria, combatté in Anatolia e contro l’Urartu, conquistò Babilonia. Si fece costruire una città, Dur-Sharruken, che rimase però incompiuta, e fu abbandonata alla sua morte, avvenuta sul campo di battaglia in Anatolia. Quello di Dur-Sharruken fu il primo palazzo a essere riportato alla luce nel 1842.
[vg·sargon2]• ±

Shamash: v. Utu

Shamkhat: il nome significa appunto “prostituta”.

Shara: era il dio della città sumerica di Umma, dove veniva venerato nel tempio di Emakh. In alcuni miti figura come dio guerriero.

Sharur: arma personificata di Ninurta.

Shullat e Khanish: ministri del dio delle tempeste Adad.

Shuruppak: città sumerica situata a nord di Uruk, vi sono stati rinvenuti tra i più antichi archivi di testi cuneiformi, databili attorno al 2500 a.C.

Suen: v. Nanna

Susa: si trova a est della Mesopotamia, in una vallata fluviale. La sua fondazione risale al 4000 a.C. e la città fu un importante centro per lo sviluppo delle prime fasi della civiltà urbana. Collegata ai centri mesopotamici fin da epoche remote, fu conquistata dai re di Accad, poi dai re della terza dinastia di Ur.

Sutei: popolazione nomade della steppa siriana.

Tiamat: il nome della dea è una forma della parola ‹tiamtum›, “mare”.

Tigri e Eufrate: il periodo di piena del Tigri e dell’Eufrate è la primavera, quando si sciolgono le nevi della regione Armena, che sono la principale fonte di alimentazione dei due fiumi, più precisamente i mesi di marzo-aprile per il Tigri e di aprile-maggio per l’Eufrate. In questo periodo dell’anno, il volume delle acque può aumentare anche di 10 volte rispetto alla media, con grave rischio di inondazioni. In occasione di piene particolarmente ingenti, inoltre, la grande massa di limo trascinata a valle, accumulandosi lungo il corso del fiume, può provocarne lo spostamento del letto, con gravi conseguenze per le città rivierasche che rischiano di trovarsi in breve tempo lontane dal loro fiume, come accadde probabilmente ad alcune città lungo l’Eufrate. Tigri ed Eufrate consentirono di rendere fertile una regione in cui l’agricoltura non sarebbe praticabile per la scarsità delle piogge, che si verificano di solito tra ottobre e marzo, in forma di acquazzoni violenti, ma irregolari. I Mesopotamici inventarono un particolare sistema di irrigazione. I fiumi depositano lungo il loro corso una grande mole di detriti, cosicché soprattutto le rive dell’Eufrate, che scorre più lentamente del Tigri, risultano elevate rispetto alla piana circostante. I Sumeri diedero ai loro campi una forma molto allungata: il lato più corto correva di fianco al fiume e si trovava quindi più in alto; il lato lungo, che poteva misurare anche due o tre centinaia di metri, era percorso da un canale di irrigazione più piccolo e digradava molto dolcemente mano a mano che si allontanava dal fiume. Si otteneva in questo modo il duplice vantaggio di irrigare capillarmente una vasta area attraverso i canali laterali più piccoli e di sfruttare la pendenza per drenare bene il terreno. Se infatti l’acqua ristagna nei campi, deposita anche il sale in essa contenuto, che accumulandosi li rende sterili.

Turushpa: capitale di Urartu, nei pressi del lago Van.

Uaush: monte presso cui avvenne lo scontro tra l’esercito urarteo e le truppe assire.

Uishdish: distretto manneo a sud del lago di Urmia.

Ulai: identificato con il fiume Karkeh a est del Tigri.

Umma: antica città sumerica, situata a nord-est di Ur e Uruk. Lottò a lungo con Lagash.

Ur: oggi si chiama Tell el-Mugaiyar. Fu fondata intorno al 5400 a.C. e continuò ad essere una città importante durante tutta la storia mesopotamica. Fu abbandonata probabilmente nel 400 a.C. per lo spostamento del corso dell’Eufrate. Vi sono stati rinvenuti il “Cimitero reale”, dove in una serie di ricchissime tombe furono sepolti i re del periodo 2600-2400 a.C., e il cosiddetto “Pozzo del diluvio”, un ampio strato di fango che interrompe la serie degli strati contenenti testimonianze lasciate dagli abitanti della città. Tale strato privo di qualsiasi documentazione umana fu all’inizio interpretato dagli archeologi come il segno lasciato dal diluvio universale che aveva sommerso la terra, ma è verosimile che si trattasse di un’alluvione locale, dato che le tracce rinvenute in altri siti non coincidono cronologicamente con queste. Il periodo di maggior splendore della città è il 2100-2000 a.C., noto come periodo della terza dinastia di Ur, quando la città sottomise gran parte della Mesopotamia. L’epoca è fondamentale per la trasmissione del patrimonio culturale sumerico in quanto vennero messi per iscritto per la prima volta o rielaborati e copiati i testi letterari più antichi.

Urartu: regione che si estendeva più o meno nell’attuale area curda, tra Turchia, Iran, Iraq, Armenia, in una zona impervia di alte montagne tra cui si eleva l’Ararat (5165 m.). Conobbe il suo massimo sviluppo nel periodo 900-700 a.C. e si scontrò con il potente vicino assiro per il controllo degli staterelli confinanti. La lingua urartea è imparentata con il khurrita.

Uruk (oggi Warka): sorse intorno al 5500 a.C. Fu nel corso del quarto e soprattutto del terzo millennio un centro importantissimo. Le testimonianze archeologiche ci consentono di seguire infatti il processo di una sempre più complessa organizzazione sociale, la creazione della scrittura arcaica (intorno al 3100) da cui poi si svilupperà il cuneiforme, e l’ampliamento dell’abitato. Due grandi santuari costituivano il cuore della città, quello di Kullaba, dedicato a Anu, e l’Eanna, dedicato a Inanna, dove sono state rinvenute le più antiche tavolette.

Urzababa: re di Kish noto solo da questo e altri testi frammentari che narrano l’ascesa al trono di Sargon, nonché dalla ‹Lista dei re› di Sumer in cui viene menzionato come superiore di Sargon.

Ut-Napishtim: in sumerico Ziusudra, re di Shuruppak e unico uomo che sopravvisse al diluvio universale. In un’altra versione della storia del diluvio il suo nome è Atra-khasis, il “super-saggio”.

Utu: nome sumerico del dio sole, che in accadico si chiamava Shamash. Siccome nel suo percorso nel cielo vede ogni cosa, veniva considerato il custode della giustizia e anche dei patti. Il codice di Hammurabi era iscritto su una stele posta nel tempio di Shamash a Sippar o a Babilonia (la stele fu trafugata durante un saccheggio ed è stata ritrovata a Susa).

Zikirtu: stato dell’area iranica situato probabilmente a est del lago di Urmia.


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NOTE
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[*]. Sono stati tralasciati i nomi su cui non si hanno praticamente altre notizie che quelle offerte nei testi stessi e alcuni nomi geografici rintracciabili nella cartina.


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ANNOTAZIONI E SPUNTI
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[vg·alalakh]• «La prima fase è contemporanea all’età di Hammurabi […]»: Hammurabi di Babilonia (1792-1750 a.C.), come precisa la successiva voce Amorrei.

[vg·an]• «La parola ‹an› significa proprio “cielo” e il segno con cui è scritta si legge anche ‹dingir›, “dio”»: il segno ‹dingir› (𒀭), traslitterato talvolta nella forma ‹diĝir› e trascritto come “ᵈ” (senza virgolette), veniva anteposto come determinativo ai nomi propri per evidenziarne la natura divina; ad esempio ᵈEn-lil₂ per il dio Enlil.

[vg·anunnaki]• «[…] ha subito variazioni nell’estensione del suo significato, designando ora gli dei supremi, ora gli dei degli inferi, dato che gli dei primordiali erano connessi con le forze sotterranee della fertilità»: si direbbe vi sia una contraddizione, visto che An, il padre degli dei, era identificato col cielo; tuttavia coerenza e non contraddittorietà non sono requisiti essenziali per un sistema politeistico. Perché mai, comunque, le “forze della fertilità” dovevano essere “sotterranee”?
IBID.• «Nel significato di dei supremi indica i sette dei: An, Enlil, Enki, Mami, Nanna, Utu, Inanna»: e come quadrano questi 7 Anunnaki col sistema di numerazione esadecimale? Si noti che 7 è il minimo divisore di un generico intero che non dà un risultato finito; proprio come il 3 per il nostro sistema decimale.
NOTA: sarà per questo che i cristiani hanno il dogma della trinità?

[vg·babilonia]• Nel testo originario, «La città continuò ad essere una metropoli importane [sic!] […]», è un manifesto refuso, dev’essere “importante”; corretto.

[vg·badtibira]• Nel testo originario, «Bad-tibira [sic!] […]», però nel racconto di Inanna e Dumuzi (capitolo A.2) è nella grafia Badtibira (senza trattino).

[vg·ereshkigal]• «[…] significa letteralmente: “Regina del grande sottoterra”»: era la regina dell’oltretomba; ma, a quanto pare, pur essendo sorella di Ishtar, non era annoverata tra i 7 Anunnaki?

[vg·eridu]• «Esso [il più antico dei templi] risale agli inizi della città […]»: o ad “appena” 500 anni dopo? Minuzie, senza dubbio, per una città di 7500 anni fa!

[vg·khabiru]• «Questo nome [‹khabiru›] è stato messo in relazione con quello degli Ebrei […]»: si veda ad esempio M. Liverani, in ‹Oltre la Bibbia - Storia antica di Israele› (2003), nel 1° capitolo, a partire dal § 1.5 (Liverani traslittera il termine come ‹ḫabiru›); in particolare, nel § 1.9:
[…] Una stele di Sethi I da Bet-She’an (ca. 1289 […]) riferisce di lotte tra gruppi locali, lotte il cui scenario è la zona attorno a Bet-She’an stessa, e che sono presentate come sintomo dell’irrimediabile anarchia delle genti locali. La stele nomina, oltre ai «‹Ḫabiru› del monte Yarmuti», anche una tribù di Raham. Possiamo pensare che i membri di questa tribù si definissero «figli di Raham» (*Banu-Raham) e che avessero come antenato eponimo un «padre di Raham» (*Abu-Raham) che è il nome del patriarca Abramo.
Nel paragrafo successivo (§ 1.10), trattando del fenomeno per cui molti piccoli proprietari, oppressi dai debiti, dopo aver ceduto in pegno mogli e figli, erano costretti a darsi alla macchia per evitare di finire loro stessi nella trappola della schiavitù per debiti, Liverani aggiunge:
[…] i gruppi di rifugiati potevano organizzarsi e saldarsi in qualche misura coi clan pastorali. Questi gruppi di gente estraniata dal proprio contesto sociale di origine, e rifugiatasi altrove, vengono definiti ‹ḫabiru› (si sono già citati parecchi testi in cui compare questo termine): ed è chiaro che il termine ha una connessione etimologica e semantica con le più antiche attestazioni del termine «ebrei» (‹‘ibrî›), prima che questo assumesse valenze etniche. […]

[vg·lugalbanda]• «[…] nella ‹Lista dei re› […] si dice che regnò su Uruk per 1200 anni»: la Ponchia non specifica qui che ‹lugal› – in sumero? – voleva dire “re”. La stessa considerazione vale ovviamente anche per Lugalzagesi, che venne sconfitto da Sargon; ‹šar› era l’equivalente in accadico, e Sargon (Sharrum-kin) significherebbe appunto “il re è legittimo” (Sargon era un altro di cui non era noto il padre).

[vg·lulal]• «[…] dio minore sumerico, […] divinità protettrice dai poteri magici», però nel racconto di Inanna e Dumuzi (capitolo A.2), Lulal è il capitano delle guardie, che la dea si rifiuta, dopo Ninshubur e il menestrello, di lasciar prelevare ai demoni per sostituirla negli inferi.

[vg·mannea]• «[…] a sud del lago di Urmia, [regno] importante come fornitore di cavalli per l’esercito assiro»: anche senza sapere dove si trova il lago di Urmia, questo ci dice però che l’esercito assiro utilizzava i cavalli – per tirare i carri da guerra? – e questa poteva rappresentare per l’epoca un’importante novità nella tecnica di combattimento.
NOTA: il lago di Urmia è un lago salato, alla quota di 1.270 m s.l.m., situato all’estremità nord-occidentale dell’attuale Iran (tra le province iraniane dell’Azerbaigian Orientale e dell’Azerbaigian Occidentale; Armenia?); ha dimensioni di 140×55 km e una profondità massima di 16 m; vi si trovano un centinaio di isole sulle quali nidificano diverse specie di uccelli.

[vg·sargon1]• «Sargon I (2334-2279 a.C.): il suo nome in accadico era Sharrum-kin, “Re vero/legittimo” […]», mentre alla voce successiva «Sargon II: regnò sull’Assiria dal 721 al 705 a.C.»: si può notare che tra i 2 Sargon intercorrono più di 1500 anni, il che potrebbe indicare una forte continuità linguistica, culturale e politica… senonché in realtà questi 2 Sargon non sono – come potrebbe sembrare – l’uno il successore dell’altro. Esiste infatti anche un Sargon I (re di Assiria dal 1920 al 1881 a.e.v., durante il c.d. periodo “assiro antico”), da non confondere col Sargon I menzionato sopra, che è “Sargon di Akkad”, anche noto come “Sargon il Grande”.

[vg·sargon2]• «Si fece costruire una città, Dur-Sharruken […]»: il cui nome significa “fortezza di Sargon”; secondo F. D’Agostino (‹Gilgameš›, § 1.4), che traslittera Dūr-Šarrukīn, il palazzo di Sargon II venne scoperto dal francese (di origini italiane) Paul-Émile Botta eseguendo i primi scavi sotto il ‹tell› di Khorsabad.

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[] Simonetta Ponchia, ‹Gilgamesh, il primo eroe. Antiche storie della Mesopotamia›, NER 2000.
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