È noto che l’etica antica si differenzia da quella moderna soprattutto per il suo carattere eudaimonistico anziché deontologico. In altri termini, alla domanda: «perché il bene è da preferire?, perché dovrei agire moralmente?», l’etica degli antichi risponde «perché così, e solo così, sarai felice (‹eudaimon›)», mentre quella dei moderni risponde con Kant: «perché è tuo dovere». Naturalmente, la promessa di felicità come scopo della condotta morale viene via via assumendo nella riflessione antica caratteri diversi e più complessi. Si va dalla gioia ingenua degli eroi omerici per la vittoria e la gloria conquistate sul campo di battaglia come premio per la loro virtù, alla felicità dell’anima ricompensata nell’oltretomba con la salvezza e il ritorno ad una condizione di divina beatitudine. Oppure, la felicità può consistere nel piacere epicureo, che pone fine ai bisogni del corpo e con ciò realizza la serenità dell’anima; nell’esercizio aristotelico della pura teoria che contempla la verità e l’ordine del mondo; nell’incrollabile autonomia e libertà del saggio stoico, al riparo da ogni seduzione o minaccia del mondo esterno. Quali che siano la forma assunta dall’‹eudaimonia›, la sua sede ultima e privilegiata (i piaceri del corpo o dell’anima, l’autorealizzazione sociale oppure intellettuale), essa costituirà sempre per l’etica antica il fine, la motivazione, la promessa dell’azione morale. È difficile d’altronde pensare ad un «dovere», scisso dalla felicità, che giochi lo stesso ruolo di norma e scopo dell’azione morale, a meno che esso sia imposto da una solida sanzione teologica, rimasta sostanzialmente estranea al pensiero antico.
‹eudaimon› (εὐδαίμων, -ον) = 1. (genitivo -ονος) assistito da un buon demone, quindi felice, beato, fortunato; 2. (riguardo ai beni estrinseci) agiato, ricco, opulento; 3. (di luoghi e campagne) dovizioso, fruttifero […].
‹eudaimonia› (εὐδαιμονία, εὐδαιμονίας, ἡ) = 1. felicità; 2. prosperità, agiatezza, benessere.
Per l’indice del saggio di Mario Vegetti, e per altre annotazioni in proposito, si veda qui.
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